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Brunico - Valle di Cadore



Le prime notizie di Castel Lamberto (St. Lamprechtsburg) risalgono al 1090, dove si cita una 'Curtis' (un podere) con cappella 'ad S. Lantpertum'.
L'attuale castello risale invece ai primi anni del XII secolo, ed era di proprietà dei signori di Rischon (Riscone), ministeriali dei vescovi di Bressanone.
Dopo l'estinzione di questa famiglia intorno al 1380, i vescovi diedero il castello in feudo a diverse famiglie, tra cui i Conti di Gorizia. Nel 1692 il vescovo di Bressanone lo diede il feudo a Johann Winkler von Colz zu Rubatsch, i cui discendenti rimasero in possesso del castello fino al 1811, quando passò in proprietà privata.
Nel 1812 i Colz vendettero il castello al sacerdote Josef Hauptmann, i cui eredi ne sono tuttora i proprietari. La cappella del castello risale nella sua forma attuale al XVII secolo ed é stata restaurata nel 1962. E' un santuario molto frequentato, dove si venera Santa Kummernus, invocata i special modo dalle donne in difficoltà.

La chiesa parrocchiale di Perca é stata costruita nel 1525 in stile tardogotico, consacrata a San Cassiano, sulla facciata vi é raffigurato S. Cristoforo.

Il paese di Valdaora (Olang in tedesco) é un comune sparso che si suddivide in: Valdaora di sopra (Oberolang), di sotto (Niederolang) e di mezzo (Mitterolang).
Tra il paese di Valdaora di Sopra e quello di Monguelfo si trova il lago artificiale di Valdaora. Lungo la delimitazione meridionale del comune, posta sul passo Furcia, passa il confine linguistico fra la zona germanofona e quella ladina, stabilitasi nel periodo medievale.

A Monguelfo la chiesa parrocchiale é dedicata a Santa Margherita, é una costruzione barocca risalente al 1738 con pale d'altare del pittore barocco Paul Troger. La chiesa 'Rainkirche', in stile gotico, risale all'anno 1551. Come dimostrano diversi ritrovamenti archeologici, l'area fu popolata già durante l'età del bronzo.
La fortificazione romana con il suo insediamento, ora rimpiazzato dal convento, ci ricorda ancora oggi l'antica strada romana che portava a Dobbiaco.
E' la patria del pittore barocco Paul Troger (considerato tra i più importanti pittori del barocco austriaco, le sue opere si possono ammirare nella cassa Raiffeisen e nella chiesa parrocchiale) e del pittore di affreschi Simone di Tesido; Ugo von Hoffmannsthal ed Arthur Schnitzler invece scelsero Monguelfo come luogo di villeggiatura.

Il paese Villabassa (Niederdorf in tedesco) ha origini antiche; é infatti citato per la prima volta in un documento medioevale del 993.
Il paese si é sviluppato intorno alla sua prima chiesa parrocchiale costruita nel 1225. Da allora ha sempre seguito le sorti del Sacro Romano Impero, per essere inglobato nei domini austriaci nel 1363. La chiesa parrocchiale é un edificio tardo barocco, eretto tra il 1792 e il 1796 (il campanile é del 1803) e dedicato a Santo Stefano, il patrono del paese.

Interessantei gli affreschi di Franz Altmutter e la pala d'altare di Martin Knoller, allievo di Paul Troger, raffigurante il martirio di Santo Stefano. All'esterno della parrocchiale, lungo il lato sinistro della scalinata d'accesso, sorge una doppia cappella quattrocentesca. Nella parte inferiore, oggi adibita a cappella mortuaria, si può ammirare un affresco di Simone da Tesido, mentre in quella superiore, dedicata a Sant'Anna, si trova un cielo stellato con volte circolari. Sul pavimento, al centro della navata, tramite una vetrata si possono osservare le fondamenta di una precedente chiesa medioevale. Queste cappelle laterali sono tra le più antiche dell'intera vallata e rappresentano uno dei massimi esempi di architettura gotica in val Pusteria.

Dobbiaco (in tedesco Toblach) si trova a 1256 m slm in una posizione strategica, essendo situata sull'incrocio tra le importanti vie di comunicazione che portavano da Venezia fino alla Baviera e dalla Valle dell'Adige alla Valle della Drava. E' divisa in due parti dallo spartiacque alpino della Sella di Dobbiaco ed é inoltre bagnata dal fiume Drava: questo nasce a est del paese e, pur essendo ancora un modesto rigagnolo, ha la particolarità di confluire nel Danubio, il corso d'acqua più lungo il cui bacino sia compreso (sia pure per un piccolo tratto) nel territorio italiano. Altro fiume importante é il Rienza, che nasce ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo e, passando per il lago di Dobbiaco, percorre tutta la val Pusteria fino a Bressanone, per sfociare quindi nell'Isarco, che a sua volta confluisce nell'Adige.

Il paese é suddiviso in due zone denominate 'Dobbiaco Vecchia' (Alt-Toblach), che si trova in posizione leggermente più elevata e 'Dobbiaco Nuova' (Neu-Toblach), sorta agli inizi del Novecento in prossimità della stazione ferroviaria, costruita proprio a cavallo della Sella. Le due zone sono nettamente separate dalla strada statale della Pusteria.
I primi insediamenti a Dobbiaco si possono far risalire con buona approssimazione alla tarda età del ferro, e probabilmente i primi abitanti della zona furono gli illiri. La zona fu più tardi romanizzata, come dimostrano la fondazione nello stesso periodo della statio di Littamum, presso il vicino paese di San Candido.
Nel I secolo d.C. i Romani costruirono la strada della Val Pusteria. Fu così che il latino popolare prese il sopravvento, andando a mescolarsi al precedente linguaggio celto-illirico, dando quindi origine ad un nuovo idioma di origine romana: il ladino.

Nel marzo 1905, anche per favorire il fiorente turismo, venne progettato un collegamento ferroviario tra Cortina d'Ampezzo e Dobbiaco: la 'ferrovia delle Dolomiti'; con lo scoppio del primo conflitto mondiale il progetto si arenò, così come il turismo, poiché le Dolomiti diventarono teatro di guerra.
In realtà, i lavori per la realizzazione di una linea di tipo decauville iniziarono sia da un lato che dall'altro, ma esclusivamente per permettere l'arrivo al fronte del materiale bellico e logistico.
Solamente dopo la fine della guerra, nella primavera del 1919, si mise nuovamente mano al collegamento ferroviario tra Cortina e Dobbiaco ed infatti, attraverso il lavoro del genio militare, se ne completò la costruzione: la ferrovia (a scartamento ridotto di 0,95 m.) venne attivata nel giugno del 1921. Il servizio cessò alle ore 18.20 del 17 maggio 1964, quando da Cortina partì l'ultimo convoglio viaggiatori. Attualmente il tracciato della ferrovia fra Dobbiaco e Cortina viene mantenuto in efficienza come percorso di sci di fondo durante l'inverno e come pista ciclabile nelle stagioni estive.

La chiesa di San Giovanni Battista é il principale edificio religioso del paese. Sorge sui resti, oggi non più visibili, di quella costruita dai benedettini nella prima metà del IX secolo. L'attuale struttura risale al 1764-1774.
La torre campanaria, che si trova sul lato nord-ovest della navata centrale, fu completata soltanto nel 1804. La parrocchiale di Dobbiaco é considerata la più importante e riuscita chiesa barocca della val Pusteria.
Gli affreschi del soffitto, raffiguranti la storia di San Giovanni Battista, così come la pala dell'altare e la maggior parte degli altri dipinti, sono opera di Franz Anton Zeiller.
A Johann Perger si devono invece i bei complessi scultorei dell'altare maggiore e del tabernacolo. Tre sono i San Giovanni rappresentati: infatti oltre al Battista sono raffigurati San Giovanni Nepomuceno (statua sulla facciata della chiesa) e San Giovanni Evangelista.

Il santuario di Santa Maria é collocato un chilometro ad ovest di Dobbiaco Vecchia.
La chiesa fu edificata nel 1262 e nella prima metà del XIV secolo divenne un'importante meta di pellegrinaggio, nota almeno quanto a 'Maria Saalen'. Poiché la primitiva chiesa risultò sempre meno adatta ad accogliere i pellegrini, nel 1470 se ne costruì una nuova in stile gotico.
Il campanile é affrescato con un'inconsueta ed enorme immagine di San Cristoforo che porta sulle spalle Gesù Bambino, e con i blasoni di Gorizia e del Tirolo, probabilmente realizzati da Simone da Tesido all'inizio del Cinquecento.


Gustav Mahler La casa di Mahler é una classica casa di montagna di legno, solo al piano terra é solo stato realizzato un ristorante. Il compositore vi soggiornò nella parte superiore dell'edificio dal 1908 al 1910, per tre estati consecutive. Attualmente il museo é di proprietà privata, le stanze visitabili sono soltanto tre: la grande sala da pranzo, la veranda e un'altra sala con camino, dove Mahler spesso componeva.
La valle di Landro é una valle molto stretta, circondata da entrambi i lati da alte cime dolomitiche, vi si trovano due laghi: all'inizio quello di Dobbiaco e più avanti quello di Landro. Il paese di Landro venne totalmente distrutto durante la Guerra 1915-18, ed ora vi rimane solo un albergo.
Lungo la valle, in località Klauskofel, vi sono i resti di alcuni forni di fusione, dove attorno al XII secolo vi fusero gallio e piombo, poi utilizzati come lega per altri metalli, inoltre rame ed argento e addirittura alcune piccole quantità di oro. Con l'aiuto delle camere d'aria ad azionamento idraulico fu possibile nel passato soffiare l'ossigeno sulla fiamma in modo tale da raggiungere la temperatura di fusione per fondere piombo e zinco. L'impianto idraulico risale al XVI secolo e vi si fondevano materiali provenienti dalla vicina Valle dei Canopi. Carbonin (Schluderbach in tedesco) é l'ultima frazione del comune di Dobbiaco e si trova alla confluenza di tre parchi naturali dolomitici: Sesto Pusteria, Fanes-Sennes-Braies e d'Ampezzo.

Il passo Cimabanche é a 1.529 m slm, situato tra il massiccio della Croda Rossa d'Ampezzo a nord e quello del Cristallo a sud e segna il confine fra il Veneto e l'Alto Adige. Poco a sud del passo si trovano due laghetti: il lago Bianco a est, e il lago Nero a ovest.

In località Ospitale si trova la Chiesa di San Nicolò, San Biagio e Sant'Antonio abate, consacrata il 30 ottobre 1226, sorge al confine settentrionale dei territori ampezzani, dove, fin dall'XI secolo era presente un ospizio che dava ricovero ai viandanti, ai pellegrini e a coloro che, percorrendo questa strada, si dirigevano dalla Repubblica di Venezia alla Germania o viceversa. Parzialmente riedificata nel 1572, a seguito delle riforme giuseppine fu spogliata degli antichi arredi. Gli interni oggi conservano antichi affreschi di grande valore, oltre a incisioni e iscrizioni.

Cortina d'Ampezzo é soprannominata la 'Regina delle Dolomiti', é il più grande e conosciuto dei 18 comuni che formano la Ladinia. Fino al 1511 faceva parte dello Stato Veneto, ed era una delle dieci centene del Cadore. Durante la guerra, sostenuta da Venezia contro la Lega di Cambrai, venne conquistata da Massimiliano d'Asburgo e d'allora rimase sotto il dominio austriaco, entrando a far parte del Tirolo. Dopo la Prima Guerra Mondiale ritornò all'Italia e venne aggregata alla provincia di Belluno.

Cortina é circondata a 360° dalle Dolomiti Ampezzane, facenti parte della sottosezione delle Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo, nelle Alpi Orientali, che conferiscono alla vallata una bellezza unica al mondo. Tra le montagne più famose si ricordano le Tofane a ovest, il Pomagagnon a nord, il Cristallo a nord-est, il Faloria e il Sorapiss a est, il Becco di Mezzodì, la Croda da Lago e il gruppo del Nuvolau a sud.
Alcuni esperti hanno ipotizzato che la parola 'Cortina' possa derivare dal diminutivo di curtis (dal tardo latino 'corte'), che nell'Alto Medioevo indicava piccole unità territoriali facenti parte di un feudo, e comprendenti case e terre, alcune delle quali usufruibili liberamente dai paesani, altre invece proprietà private del signore.
Secondo lo studioso Mario Toller, anche Ampezzo trarrebbe le proprie origini dal latino: o dalla locuzione ad piceum, ossia 'presso l'abete', o dalla parola amplitium (a sua volta derivante da amplus, 'ampio'), cioé 'luogo aperto e spazioso'.
Da un punto di vista prettamente storico, la prima testimonianza del nome di questa località montana, nonché della presenza in Ampezzo di una comunità stabile, risale a un antico documento notarile datato 15 giugno 1156.
Cortina D'Ampezzo La chiesa parrocchiale é dedicata ai Santi Filippo e Giacomo.
Costruita tra il 1769 e il 1775, su progetto dell'architetto M. Promperg-Costa, sul luogo in cui erano sorte due precedenti chiese del XIII e del XVI secolo, é il vanto della comunità.
La chiesa é stata completamente restaurata nel periodo dal 2007 al 2009, ripristinando lo stato originario dell'architettura interna ed esterna, sotto la direzione dell'arch. Gianluca Ghedina. La liscia facciata ospita le statue dei Santi Filippo e Giacomo Minore, patroni di Cortina d'Ampezzo (anche se il secondo é ritratto con le caratteristiche iconografiche di San Giacomo Maggiore, quello di Compostela).
L'interno é ad un'unica navata, con nicchie poco profonde; viene chiusa dall'ampio presbiterio (coro), illuminato da due finestroni rettangolari. E' arricchita dagli affreschi dello Zeiler e dal soffitto del Ghedina.

La chiesa della Madonna della Difesa, con l'annesso cimitero comunale, in località Bigontina, é attualmente gestita dai Frati Minori Francescani.
E' dedicata alla Madonna della Difesa, culto molto radicato in Ampezzo a seguito di due avvenimenti miracolosi avvenuti nel 572 e nel 1412 in difesa della popolazione ampezzana. Edificata nel 1750 su un preesistente sacello del XIV secolo, presenta sulla liscia facciata a capanna e un delicato affresco raffigurante la Madonna della Difesa. Gli interni sono decorati con grande ricchezza di statue, dipinti, marmi policromi e foglie d'oro.

La chiesa di Sant'Antonio di Padova, a Chiave, la cui edificazione terminò nel 1791, fu ricostruita interamente nel 1809 a seguito di un devastante incendio causato dalle truppe napoleoniche che rase al suolo l'intera frazione di Chiave. Dedicata ad Antonio di Padova, di cui il villaggio celebra solennemente la festa il 13 giugno, l'impianto é classico ad unica navata, con il soffitto in pietra appoggiato su un largo cornicione. All'interno sono conservati due pregevoli busti lignei (il Cristo flagellato e Santa Caterina), una pala di sant'Antonio dell'ampezzano Giuseppe Lacedelli e un altare ligneo riccamente lavorato.

La cappella della Beata Vergine di Lourdes, a Grava di Sotto, la cui costruzione terminò nel 1907. Decorata dall'artista gardenese Corrado Pitscheider, é una chiesetta di particolare suggestione data la ricostruzione scultorea, posta nell'abside, di una delle apparizioni della Nostra Signora di Lourdes a Bernadette Soubirous.. La cappella della Santissima Trinità, in località Majon, risale alla fine del Seicento. L'esterno presenta un arioso porticato, mentre l'interno, in tipico gusto settecentesco, é decorato da due altari lignei e un dipinto attribuito ad Agostino Ridolfi (1646 - 1727).

La chiesa di San Rocco, sita in località Zuel di Sopra, é dedicata a questo santo protettore dalla peste. L'edificio, consacrato il 10 settembre 1604, é costruito in tipico stile tirolese, con il caratteristico campanile 'cipolla'. Vi é conservato il 'Cristo de Zuel', un crocifisso del XVII secolo che, secondo la tradizione, fu miracolosamente rinvenuto nell'estate del 1695 tra lo strame di una stalla di Zuel.

La chiesetta di San Francesco, nel pieno centro del paese, é una piccola cappella privata, proprietà della famiglia ampezzana dei Costantini, di cui non si conosce la data di fondazione: appare per la prima volta in un atto di compravendita risalente al 29 settembre 1396. Essa é rimasta praticamente inalterata nei secoli. Di indubbio interesse artistico sono gli affreschi trecenteschi della parete in fondo al presbiterio.

La chiesa di Santa Giuliana, ad Alverà, fu consacrata il 5 settembre 1716, presenta una pianta a navata unica e gli arredi rispecchiano il tipico gusto settecentesco.
La Casa delle Regole, posizionata in Piazza Venezia, a metà di Corso Italia, era un tempo il centro dell'amministrazione ampezzana. Oggi ospita al proprio interno, oltre agli uffici della Comunanza Regoliera, il Museo d'Arte Moderna 'Mario Rimoldi', uno dei tre musei delle Regole d'Ampezzo (gli altri due sono il Museo Paleontologico 'Rinaldo Zardini' e il Museo Etnografico 'Regole d'Ampezzo').
Il Municipio Vecchio, situato in Piazza Roma, fu per decenni durante la dominazione asburgica il centro amministrativo comunale. Oggi é sede della biblioteca civica e della banda cittadina, ma conserva comunque il suo carattere maestoso.
Sui quattro lati sono rappresentati gli stemmi araldici delle famiglie ampezzane, dei sei sestieri e delle undici regole.
In passato Cortina era servita anche dalla 'Ferrovia delle Dolomiti', che tra il 1921 e il 1964 collegò Calalzo di Cadore a Dobbiaco. La linea, a scartamento ridotto, fu poi dismessa a causa di alcuni incidenti ferroviari e dalla scarsità di fondi, ma soprattutto per la crescente concorrenza del trasporto su gomma.