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duomo di messina

da S. Giacomo di Camaro (ME) a S. Giacomo di Caltagirone (CT) confraternita



da Messina a Caltagiorne (16 - 23 settembre 2008) - pellegrinaggio di confraternita




15 sett. Camaro Superiore

Alle 19.30 siamo nella cappella di San Giacomo a Camaro Superiore (piccola frazione di Messina) dove il dinamico don Cento ci riserva una accoglienza straordinaria con una cena preparata da tutti i fedeli della locale parrocchia.
Alberto regala loro delle canzoni in siciliano e tutti sono trascinati dai canti, l'allegria é contagiosa!

16 sett. Messina - Spadafora 23 km

granite isole lontane eucalipti

cancello verso spadafora Partenza con colazione offerta come si usa qui: brioches siciliane e granita al caffé.
Attraversiamo la cittá dopo aver visitato il duomo e la chiesa dei Catalani; la custode chiede una mancia e il Rettore infila la mano in tasca e lascia sul tavolo tutta la moneta!
Poco dopo siamo sui sentieri dei Peloritani e, dopo una breve sosta con i panini portati da Aldo il vivandiere, saliamo.
E' un sentiero bello e pulito che scorre in mezzo ai faggi e castagni e il vento odora del profumo degli eucalipti. Ma dopo poco cessa e iniziano degli scrosci di pioggia che ci accompagneranno fino al punto di accoglienza: il Centro Sportivo di Spadafora.
Dopo una salita il paesaggio si apre alla visione del mare che é molto mosso e lascia vedere i profili delle aspre Eolie.
E' sempre bello camminare insieme, si dimenticano le asperitá della vita e il mondo diventa vero e concreto, tutte le cose riprendono il loro spessore reale e il castello delle nostre paure scompare. Il reale ha ingoiato le ombre dei nostri vacui pensieri.
Grazie S. Giacomo!

17 sett. Spadafora - Castroreale 33 km

vesciche misteri gloriosi

Bella giornata ventosa iniziata con la preghiera del parroco. lungomare Ci fermiamo a visitare il castello di Spadafora e poi siamo in un bel tratto di lungomare con il ribollire delle onde. Ancora circa 6 km di strada provinciale molto trafficata.
verso castroreale Alla sosta delle 13 ci lascia la nostra guida colpita da forte tendinite e anche il Rettore per impegni di lavoro. Si riprende per piccole strade di campagna sempre con il bel panorama del mare e delle Eolie.
Si comincia a salire, la fatica si fa sentire, ma la compagnia é sempre allegra. Avverto i primi dolori ai piedi e qualcuno approfitta del pulmino di appoggio. Prima dell'ultimo tratto ci si riunisce per la recita del rosario guidato dalla serafica Maria; i misteri sono quelli della gloria di Nostro Signore.
E' bello essere qui insieme adesso e pregare anche nel sudore, nella polvere con il piede che mi duole ma non vorrei essere che qui. Siamo diventati chiesa, non ci é necessario andare in chiesa, ce la portiamo dentro, é con noi.
Arriviamo alle 18 nell'asilo ormai abbandonato della Annunziata: é ancora nuovo, ma le docce sono fredde.
Non mi resta che lavarmi 'a pezzi'. E' un piccolo sacrificio che faccio in onore a S. Giacomo che tanto ci dona.

18 sett. Castroreale - Campogrande 16 km

riposo fichi uva

Avremmo dovuto sostare a Tripi ma ci é mancata l'ospitalità e domani la tappa sarà comprensiva anche di questo tratto incompiuto. castroreale Durante il primo tratto il sole si é fatto sentire e mancava il vento. Siamo nel pieno della campagna siciliana, abbiamo gustato le su uve, noci, carrube e ancora more e mandorle. La pianta di banana sotto la quale abbiamo sostato aveva ancora i frutti troppo acerbi.
Siamo ospiti della vecchia scuola di Campogrande, anche qui la doccia é fredda ma ha un magnifico spazio aperto con un campo di calcetto e una fontana. Ne abbiamo approfittato per lavarci e per lavare i panni.
Si ha quasi tutto il pomeriggio libero cosí abbiamo riposato e chiacchierato tutto il tempo che scorre piacevole, non abbiamo nessuna fretta, guardiamo giocare bimbi e rimbalziamo loro la palla.
Tutti noi abbiamo molti chilometri sulle gambe e le storie che ci sono successe lungo i vari cammini sono esilaranti e molto colorate, ce le raccontiamo con piacere. Progettiamo nuovi cammini, la strada ci chiama sempre.
Siamo tutti ricchi di vita vera, raccolta nella polvere della strada, vera maestra di vita.

19 sett. Campogrande - Floresta 34 km

un incontro provvidenziale dormire in chiesa litanie paesane

'Dove andate?'
'A Floresta'
'Benedica'
Mi dice un abitante mentre pulisce dall'erba il muro di cinta lungo la via; é come molti, incuriosito del nostro andare.
un incontro provvidenziale Questa tappa é molto lunga con tutto asfalto e ci porta nel territorio dell'Argimusco sui Nebrodi, con il suo aspetto pelasgico.
Al culmine della salita troviamo un bar dove finalmente ci fermiamo e, con sorpresa, il barista chiede informazioni sul cammino di Santiago, desidera andarci.
E' facile per noi fare subito amicizia con chi condivide e ama il cammino. Ecco allora che ci accompagna lungo una 'trazzera' che scorcia 5 km di asfalto. Dopo l'asfalto mi sembra magnifica, sale dolcemente, ci sono dei camion che lavorano per terminare il by-pass del vecchio gasdotto. Il paesaggio é aperto e la luce chiara illumina l'Etna e il suo leggero pennacchio di fumo, sulla destra il mare e, in fondo all'orizzonte, le isole Eolie.
Il luogo é antichissimo, conserva le grotte naturali scavate nella roccia che riparavano gli antichi pastori e hanno forme curiose: una sembra un volto arcigno con un gran naso e guarda corrucciata il mare.
Stormi di uccelli migrano verso il sud, vacche pecore e capre ovunque, pastori piuttosto che contadini.
Siamo poco dopo a Floresta, ospitati nella vecchia chiesa 'pericolante' e in attesa di restauro. dormire in chiesa Una doccia calda e abbondante nel locale accanto la chiesa, é graditissima.
Nel pomeriggio in sacrestia, che ora é diventata chiesa, si riempie di donne che recitano il rosario: ma per loro é una cantilena ritmata ed é un inno di lode ed intercessione a S. Giuseppe loro patrono: 'Lodate lodate S. Giuseppe, lodatelo a tutte le ore, perchè é il padre del nostro Salvatore'.
Subito mi sembra strana questa chiassona confidenza con i santi ma ha dentro una forte tensione di attesa. Occhiate continue sono rivolte a noi silenziosi estranei, ma tutto continua senza interruzioni né sbavature. Sono abituate a riunirsi qui e a pregare insieme. Sono in gran parte anziane, hanno mani rugose e forti, un leggero scuro attorno alle unghie e trattengono il rosario estratto dalle povere borse. Non é necessario fare grandi studi per conoscere il Signore, per obbedire allo Spirito, per avere consolazione.
La nostra vita non vale per quello che é esternamente, ma per quello che é dentro, nascosto. La vera nostra vita é quella interiore.

20 sett. Floresta - Bronte 33 km

fango asfalto pioggia

Sveglia alle 5, oggi tappa lunga, piove molto dalla mattina, nuvole basse buio ed oscurità con gran vento.
l'alcantara Siamo subito nelle carrarecce forestali delle gole di Alcantara, che scorre scuro della terra che dilava. Abbondante acqua con molti rivoli, fango, abeti e odore di resina, mi sembra di essere sulle mie Dolomiti. Peccato per la pioggia che insiste e quasi non ci dà tregua.
Si arriva a Randazzo molto stanchi, soffro il sonno oggi. Per strada fichi e molta uva.
Compare il sole e sostiamo al duomo dove il parroco don Egidio enumera le opere che é riuscito a salvare dall'incuria e dai furti, ma non riesco ad apprezzare, voglio togliermi le scarpe e vorrei poter dormire.
Altri 15 km di asfalto dopo la meritata sosta prima di arrivare a Bronte.
Una nuova vescica.
Ancora pioggia.
Una giornata dura.
Stasera le stelle brillano.

21 sett. Bronte - Paterno' 33 km

pistacchi preghiere fracasso

Sveglia al solito alle 5. E' buio e quella che vediamo é una Sicilia 'diversa': un vento freddo ci raggela tutti. Monica oggi ci propone la biografia di una santa pellegrina: santa Brigida di Svezia, la sua ricca biografia é solo accennata subito dopo la preghiera al Padre.
pistacchi Incomincia il 60 giorno di pellegrinaggio. Brioches ripiene di crema al pistacchio e via lungo la provinciale 121 verso Paterno'.
Il paesaggio é qui ben diverso dal solito: siamo circondati da piante di pistacchi che maturano proprio in questo mese di settembre e la loro raccolta avviene ad anni alterni e questo é un anno vuoto per il raccolto.
Alessandro, diventato abile nella cura dei fichi d'india me ne dona uno: é gustoso, ha ancora il fresco della notte dentro.
Recitiamo il rosario: i misteri della Gloria ci danno speranza ed uniamo le nostre intenzioni, in particolare Bruno che ha perso ieri lo zio, fratello per parte di madre. Ricordiamo anche i confratelli in Terrasanta guidati da Giovanni e ci ritroviamo uniti nella preghiera.
l'etna Al bivio i pistacchi ci abbandonano e allora ci accompagnano aranci ulivi e viti, la salita per Adrano é in parte sterrata e cosparsa di rifiuti.
Qui arriviamo in piazza dove Aldo ci aspetta dalle 11 con i panini e le bibite per il meritato spuntino. Siamo ai giardini, oggi é domenica e qui si danno convegno tutti i ragazzi con le auto e la loro musica a volume altissimo. Ben diceva il Giusti '...le teste di legno fan sempre fracasso...'
Ripartiamo ammirando l'Etna, oggi il sole ci riscalda, é come se ci spingesse lungo la via, vediamo l'immondizia che stride dentro una natura cosí rigogliosa e generosa.
Orami riconosco tutte le voci dei miei compagni; dice Andrea 'Sento che non duro a lungo' intendeva forse il camminare ma io penso alla nostra vita, questo pensiero di ognuno, questa terribile verità degli umani che angoscia.
Ieri si sono aggiunti tre pellegrini siciliani, sono sempre stati con noi, ci hanno ringraziato per aver camminato e pregato con loro nel centro della loro terra. Una di loro oggi si corica con la febbre, lo sforzo é stato troppo per lei.
san giacomo All'ingresso di Paterno' ci aspettano due confratelli della locale confraternita di S. Giacomo, ci illustrano la città e indicano i cancelli che un tempo delimitavano l'ingresso del più vasto latifondo siciliano.
Vistiamo la piccola chiesa del nostro S. Giacomo: é in posizione dominante sulla collina storica, contiene una stupenda statua lignea dell'Apostolo. La collina storica raggruppa altre chiese e conventi, anche quella antica dei cavalieri di Malta; gli abitanti le hanno raccolte in alto per meglio proteggere la città e, ancora più in alto, la splendida torre normanna.
Ma oggi il tempo ci manca, non possiamo indugiare oltre e corriamo tutti verso la chiesa del S. Spirito dove ci attende la messa domenicale.
Oggi il Vangelo propone la più scandalosa parabola del comportamento divino: quella del padrone della vigna che chiama chi trova in piazza a lavorarla. Anche chi é chiamato all'ultima ora riceverà il compenso massimo promesso ai primi che ivi lavorano. Dio non compensa secondo la nostra logica retributiva, il bene massimo é dato anche agli ultimi. Qualsiasi sia l'ora in cui siamo stati chiamati, quello che importa é che si vada subito. Nulla si conosce per chi non accetta.
Si é fatto tardi, non possiamo più cucinare, andremo in una vicina pizzeria, con l'allegria che non ci manca mai, siamo molto uniti, siamo diventati chiesa che cammina.
Cosa é il pellegrinaggio se non preghiera con il corpo? Perché é per noi tutti fonte di turbamento ed imbarazzo doverci muovere verso la verità ultima, verso la conciliazione ed il perdono che ci aspetta così, nella nostra debolezza, tutto quello che sappiamo fare é di metterci in cammino per quanto arduo sia il suo andare.

22 sett. Paterno' - Ramacca 34 km

meseta stanchezza gioia

Anche oggi sveglia alle 5. Via da Paterno' e dal suo caotico traffico, meglio la sua campagna ben coltivata, qui le strade ci accolgono, quelle del centro cittadino invece ci respingono e ci intralciano.
l'etna Sotto i nostri piedi ben allenati la via scorre veloce nelle belle ore del mattino e alle spalle l'Etna si staglia imponente. Le nubi della notte indugiano sulla sua cima ma si riconosce ancora il fumo del cratere. Uno spolverio di neve imbianca gli ultimi metri della sommità. E' un vulcano maestoso e la sua base abbraccia un vasto orizzonte. Subito siamo in posa per delle foto.
il gruppo di pellegrini La giornata si annuncia chiara nella luce rosata di questo mattino e l'allegria ci invade. Poco dopo il rito del rosario mentre dei pescatori ai margini di un laghetto pescano una grossa carpa.
Siamo tutti stupiti del paesaggio che attraversiamo: é simile alla meseta castigliana che tutti noi conosciamo bene, il gruppo si zittisce, siamo immersi dai ricordi di quel primo pellegrinaggio a Santiago. Ce li raccontiamo sempre ma ora l'emozione é più forte.
Nell'ultimo tratto di salita fra gli uliveti, Stella é affaticata per un forte dolore al piede; la aspetto volentieri, anche Cosimo resta con noi, sembra burbero ma ha lo spirito vero del pellegrino.
A Ramacca la comunità ci accoglie con gioia e ci prepara una grigliata di carni e tutto finisce con canti ritmati da un tamburello.
Dopo aver camminato tanto, con i piedi nella polvere e nel fango abbiamo ancora il sorriso e l'allegria, ritrovando la freschezza e la serenità.
Prima del sonno mi ricordo le parole dell'Apostolo: 'Rallegratevi nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi!'

23 sett. Ramacca - Caltagirone 37 km

un cagnolino salvato freddo pioggia benedizione

Dopo la consueta preghiera al Padre intonata da Monica, scendiamo per una strada che scorre nella campagna, masserie abbandonate in molti i tratti ci sono operai al lavoro. il cagnolino giacomina Il bel paesaggio é puntato da vecchie masserie abbandonate, qua e là cumuli di rifiuti e, da uno di questi, d'un tratto un cagnolino si libera dal laccio che aveva al collo e ci corre incontro. Abbandonato a morire, ha intuito che eravamo noi la sua unica salvezza. Il suo sguardo silenzioso e smarrito si anima alle nostre carezze, riversa su noi tutti l'impressionante affetto di cui é ricolmo e, dopo aver mangiato e bevuto, ci segue raggiante.
Vita felice é il nostro cammino: ogni curva della strada si apre a nuove sorprese. Non restiamo a casa, non indugiamo nelle vecchie abitudini, siamo aperti alle tante meraviglie della vita che Dio ci ha donato.
Ecco un'altra giornata nel sole siciliano, ma c'é nell'aria come un misto di felicità e mestizia in questa tappa che ci fa giungere alla meta. Ci aspetta oggi l'antica Caltagirone tutta intrisa di richiami a S. Giacomo.
Oggi il cammino é lungo e la sua fine lontana, decidiamo allora di affrontare le scorciatoie, guidati da un abitante che ci aspetta nei bivi. Arriviamo sulla strada principale e il cielo si copre di grosse nuvole nere, abbiamo percorso circa 25 km. Siamo colpiti da vento freddo e poggia improvvisi, il gruppo si sgrana, la strada diventa un piccolo fiume, camminare é un tormento. Caltagirone é lontana e ancora non si vede.
Il cucciolo davanti a noi si blocca improvvisamente e cade: é bagnato, ha gli occhi chiusi, trema.
Io penso che anche gli animali preghino, che tutto il vivente dia lode al Creatore. Questa piccola creatura abbandonata ci ha intenerito e fatto sentire l'anelito che ci unisce. La raccogliamo e la scaldiamo nel pulmino di appoggio. Nel primo bar all'ingresso del paese ci aspetta una abbondante grappa, la fatica sembra sciogliersi e la pioggia si attenua un poco.
Siamo subito in chiesa per la messa solenne, il vescovo nella omelia ci accoglie, saluta e ci benedice.
Ci scambiamo doni, siamo arrivati alla meta.

Così é finita la nostra danza nella polvere nel fango e nella luce siciliana; abbiamo visto notti stellate, salvato una piccola creatura, fiumi scorrere in profonde gole, stormi di uccelli che migrano, bambini giocare felici e tutti in nostri sensi si sono svegliati nella concretezza e purezza del creato. A niente serve riflettere sulle nostre strane e complicate finalità del mondo: ci portano solo alla tristezza.
La carità la comprensione e l'aiuto dato e ricevuto ci fanno uscire da sé e dal proprio egoismo ed é tangibile fra noi pellegrini la comunione di spirito che crea quella pace e gioia interiore che ci permette di credere che Lui sia sempre stato con noi.

Paolo Tiveron


Peregrinatio ad Sanctum Jacobum Calatahieronis

chiesa dei Catalani (Me)

verso Spadafora

Giuliano Alberto e Andrea

Castroreale

verso Campogrande

banano

verso Floresta

lapide a Tripi

salita

l'Argimusco (Nebrodi)

l'incontro provvidenziale

Bruno l'alfiere

dormire in chiesa

nelle gole dell'Alcantara

Randazzo

fichi d'india

verso Bronte

Francesco Sabatino (di spalle) e Monica

sosta

arrivo ad Adrano

l'Etna

Paterno' dalla collina storica

la torre normanna

pronti per la preghiera alla partenza

Andrea e Ugo

i pellegrini

verso Ramacca

verso Caltagirone

verso Caltagirone

la strada

paesaggio

torre diroccata

giacomina il cucciolo salvato e Ugo

la fame di giacomina

arrivo alla chiesa di S. Giacomo a Caltagirone

io Bruno e Andrea