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san giorgio in alga

la via Romea Leona - da Venezia a Altopascio


Venezia - Padova

Il punto di partenza ideale é dunque la chiesa di San Giacomo dell'Orio, della quale si é parlato all'inizio, raggiungendo le Zattere in prossimità della chiesa dei Gesuati.
Qui si prende il vaporetto e si inizia la navigazione passando per il canale della Giudecca. Sull'altra sponda si trova la chiesa del Redentore, il grande tempio votivo progettato da Andrea Palladio, su incarico della Senato, dopo la terribile pestilenza del 1576, come ringraziamento per la fine dell'epidemia.
Verso la fine del canale, sulla sinistra, si vede l'inconsueta mole del mulino Stucky, attualmente trasformato in un complesso residenziale e alberghiero, mentre sulla destra si vedono le banchine e i moli del porto di Venezia.

Ora il vaporetto si inoltra per il canale di Fusina, a circa metà percorso si passa a fianco di un'isola abbandonata: San Giorgio in Alga. Ciò che ora si vede sono solo i ruderi di un antico monastero e chiesa sorti nel XI secolo.
dolo Sembra che inizialmente vi fossero dei Benedettini, ai quali succedettero gli Agostiniani. All'inizio del XV secolo qui sorse l'ordine dei Canonici Regolari di San Giorgio in Alga, che ebbe tra i suoi principali confratelli quel Ludovico Barbo che in seguito, trasferito a Padova, darà vita alla riforma monastica di Santa Giustina; poi Lorenzo Giustiniani, che sarà il primo patriarca di Venezia; Gabriele Condulmer, che diventerà cardinale e poi papa con il nome di Eugenio IV; Antonio Correr, che divenne cardinale; e altri.
Per un paio di secoli fu il più importante centro spirituale di Venezia.
Nel corso del XVII secolo l'isola passò ai Frati Minimi di San Vincenzo di Paola e poi ai Carmelitani Scalzi.

Nel 1782 qui venne ospitato papa Pio VI durante il suo viaggio verso Vienna. Nell'800, a seguito delle soppressioni monastiche in epoca napoleonica, l'isola venne affidata ai militari. Ora é completamente abbandonata e in attesa di qualche forma di recupero.

Si arriva dunque a Fusina, per secoli la porta di Venezia verso la terraferma. Fino a metà del '900 qui vi era il capolinea del tram che collegava Venezia a Padova, dove faceva coincidenza con il vaporetto per Venezia (si vedono ancora gli edifici e la pensilina della stazioncina).
In località Moranzani si trovano le settecentesche chiuse, che consentono la navigazione fluviale sul Naviglio. All'inizio di via Palada si vede un edificio con scritto IDROFORO: era questo il punto terminale della Seriola Veneta. Il lungo e diritto fossato che da Dolo prendeva l'acqua dal fiume Brenta, alla fine nell'Idroforo subiva un filtraggio con ghiaia e sabbia e poi l'acqua, con delle barche chiamate bettoline, veniva trasportata a Venezia. Questo nel caso la stagione secca non avesse consentito il riempimento delle cisterne che si trovavano in città. Praticamente era un acquedotto utilizzato nelle situazioni di emergenza idrica.

Giunti a Malcontenta, dall'altra parte del canale si vede la piccola chiesa dedicata a Sant'Ilario. La titolazione ricorda la grande Abbazia benedettina di Sant'Ilario (sorta nel IX sec.), i cui possedimenti hanno rappresentato per secoli l'avamposto della Serenissima in terraferma. Niente ora é rimasto a testimoniare il passato.

Lungo il canale, poco oltre il centro di Malcontenta, ecco la grande villa Foscari, costruita nella seconda metà del '500 da Andrea Palladio. Qui furono ospitati illustri personaggi, si ricorda nel 1574 la presenza di Enrico III di Francia, di passaggio per Venezia. La villa é visitabile, gli orari sono indicati nel cancello d'ingresso.

La strada che costeggia la Seriola Veneta passa tra i campi, dopo circa un paio di km si vede sulla sinistra il campanile della chiesa di Gambarare. L'attuale edificio é seicentesco, mentre la primitiva consacrazione risale all'anno 1306. Dell'antica costruzione rimane solo la parte absidale, che ora funge da ingresso alla chiesa.
Giunti a Mira nella nuova piazzetta San Nicolò, si vede sull'altra sponda la chiesa arcipretale, dedicata appunto a San Nicolò.
il santo In centro a Mira sulla sinistra il municipio con la piazza antistante. Proprio in centro, si dirama sulla sinistra un canale: il Taglio Novissimo del Brenta, scavato nel '700 e che porta fino a Chioggia. Sulla destra arriva invece il Canale Taglio, che proviene da Mirano.
Riprendendo il percorso della Seriola Veneta, si passa nuovamente in un ambiente tipicamente campestre, anche se la continua inurbazione l'ha molto modificato. Sulla destra si vedono ogni tanto dei boschi: sono i parchi delle ville che si affacciano sul non lontano Naviglio Brenta.

Si arriva a Dolo, la più importante località della Riviera. In centro sorge la chiesa parrocchiale dedicata a San Rocco (un santo pellegrino!) eretta fra il 1770 e 1776, con a fianco l'alto campanile. Da ricordare che il paese fu immune dalla terribile pestilenza del 1576, per cui assunse grande venerazione il santo a cui la chiesa era dedicata. Ogni anno, il 16 di agosto, una grande fiera in suo onore attirava, e tuttora attira, gente da tutto il circondario.
Sull'altra sponda del canale, una piazza é stata creata utilizzando il grande squero (cantiere dove si costruiscono e si riparano le barche) e le sue adiacenze, poco dopo un'altra piazza sorge nel luogo delle vecchie chiuse. Infatti il fiume Brenta (prima della deviazione ottocentesca) un tempo lambiva l'abitato di Dolo, e le chiuse lo mettevano in comunicazione con il naviglio che da qui aveva origine. Una strada in discesa porta ai vecchi mulini. Una nota incisione settecentesca del Canaletto ritrae tutta questa zona.

Continuando sempre sulla sponda destra del Naviglio, appena superato l'incrocio delle chiuse, si imbocca la Riviera San Giacomo, dove poco dopo si trova un Oratorio dedicato all'omonimo santo. Di questo edificio si hanno notizie fin dall'inizio del XVII secolo. Sull'altare si trova una pala raffigurante la Beata Maria Vergine dei Sette Dolori; non é visitabile.
Proseguendo si passa per Paluello, la cui chiesa é dedicata a Sant'Antonio Abate, già esistente nel XII secolo.
santa giustina Giunti a San Pietro di Stra', si vede sull'altra riva la grande mole della villa Pisani, che si prospetta sul prato antistante. Eretta su progetto dell'architetto Girolamo Frigimelica per celebrare l'elezione a doge di Alvise Pisani, avvenuta nel 1735, é la più grandiosa tra le ville del Brenta.
Sul retro si apre un grande parco con altri edifici, che si possono vedere attraverso le grandi cancellate che si aprono sul muro di cinta. L'insieme ha l'aspetto di una reggia settecentesca. Per la sua decorazione vi hanno lavorato i maggiori artisti del Settecento, tra i quali Giambattista Tiepolo, che nel soffitto del salone da ballo ha dipinto a fresco 'La Gloria della famiglia Pisani'.

La chiesa parrocchiale di Stra' é dedicata a Santa Maria Nascente, la cui primitiva costruzione risale al XIII secolo. Tutta la zona di Stra' e Fiesso d'Artico é un importante centro calzaturiero.

Si inizia ora a camminare lungo l'argine del Piovego, un canale artificiale scavato dai padovani agli inizi del '200 per collegare il Bacchiglione al Brenta e quindi alla laguna e Venezia. Dopo un paio di Km si incontra la strada che porta in centro a Noventa, dove la chiesa parrocchiale é dedicata ai Santi Pietro e Paolo. L'attuale edificio é settecentesco, ma la chiesa é già nominata in un documento del 1203. Interessante e curioso é il campanile, innalzato verso la metà dell'Ottocento.
La zona é stata un luogo privilegiato per la villeggiatura della nobiltà, e le numerose ville lo stanno a testimoniare. La più importante é la villa Giovanelli, che sorge proprio lungo il Piovego.
Costruita nel Seicento e poi ampliata con un'ampia scalinata nel 1738 dall'architetto Giorgio Massari, ha un grande pronao con sei alte colonne. All'interno affreschi di Giuseppe Angeli.

la specola Giunti a Padova, si costeggiano le mura cinquecentesche (lunghe una decina di chilometri), poi si entra in città e si arriva alla Basilica di Sant'Antonio. La sua costruzione venne iniziata nel 1232, per custodire le spoglie del santo morto l'anno prima in località Arcella, vicino a Padova. Si tratta di uno delle chiese più importanti del mondo cattolico, da secoli meta di fedeli e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Molti sono gli altari e innumerevoli e di grande valore le opere d'arte custodite al suo interno (Giotto, Donatello, Mantegna, Tiziano, ecc). Nel transetto sinistro si apre la grandiosa Cappella dell'Arca del Santo; nel mezzo si trova l'altare, disegnato nel 1593 da Tiziano Aspetti; nella parte posteriore si vede l'arca di marmo verde che contiene la cassa d'argento con il corpo del santo. Sul lato destro si apre la Cappella di San Giacomo, dove Altichiero Altichieri ne ha rappresentato la vita in una serie di affreschi.

Nella vicina piazza, chiamata il Prato della Valle, si affaccia la grande basilica di Santa Giustina, dedicata alla protomartire padovana, la cui prima costruzione risale al V secolo. L'attuale edificio é del XVI secolo, per la sua grandezza é l'undicesima chiesa della cristianità. In una cappella é conservato il corpo di San Luca Evangelista. Il grande edificio attiguo era il monastero benedettino dove, agli inizi del '400, Ludovico Barbo dette inizio alla riforma dell'Ordine Benedettino, che poi si estese in tutta Europa. Attualmente solo un piccola parte é occupata dai monaci, la maggior parte é in uso ai militari.

Nel luogo ora chiamato Prato della Valle, in epoca romana sorgeva un grande teatro, e per secoli fu luogo di spettacoli, di corse di cavalli e ritrovo cittadino; nel Settecento il fondo paludoso venne risanato e sistemato in parte a piazza e in parte a giardino. Un canale circonda la zona parco ed é fiancheggiato da settantotto statue di cittadini padovani illustri e di insigni professori dell'Università.
Andando verso il centro città si trova il duomo cittadino, dedicato a Santa Maria Assunta. Fondato nel IX secolo, l'attuale costruzione risale al Cinquecento.
A fianco sorge il Battistero, ricostruito nel 1260, che nell'interno conserva affreschi che sono il capolavoro di Giusto de' Menabuoi.

Per chi ha tempo, ci sono poi a Padova innumerevoli cose da vedere, basterà solo ricordare la Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto, poi il Palazzo della ragione, ecc.