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la via Romea Leona - da Venezia a Altopascio


San Felice sul Panaro - Vignola

SAN FELICE SUL PANARO

A San Martino in Spino si entra in Emilia Romagna, nella provincia di Modena. Si passa per zone a carattere prevalentemente agricolo, dove é possibile incontrare lepri, fagiani e altri volatili.
San Felice sul Panaro é una interessante cittadina situata a circa metà strada fra il Po e la via Emilia.
Già abitata in epoca romana, ebbe però il suo sviluppo in epoca medioevale, grazie alle grandi lavori di bonifica intrapresi dai monaci della vicina Abbazia di Nonantola.
Fu anche feudo appartenente a Matilde di Canossa, e in seguito sempre contesa fra Modena e Ferrara, rimanendo poi definitivamente in mano agli Estensi. Infatti il più importante monumento é la Rocca Estense, di forma quadrata e con torri d'angolo, costruita verso l'anno 1340 per ordine di Obizzo III d'Este. Il suo aspetto attuale viene raggiunto nel 1406 dopo i lavori di restauro e ampliamento eseguiti dall'architetto Bernardino Piloti.
Importante é anche la chiesa parrocchiale dedicata a San Felice, dove si trova un prezioso trittico di Bernardino Loschi, eseguito nel 1500.
Si segnala anche il Palazzo Comunale del 1486, dell'architetto Pietro Piazza, e la piazza Matteotti, dove si affacciano anche la Torre dell'Orologio del 1594, e il palazzo del Monte di Pietà, del 1775.

NONANTOLA

Anche questo tratto passa in una zona a carattere prevalentemente agricolo.
Bomporto era un tempo un importante scalo fluviale, posto alla confluenza del Naviglio con il fiume Panaro; delle strutture portuali rimangono in parte le banchine in muratura e la chiusa per regolare il livello delle acque. Nella piazza principale si trova la neoclassica chiesa parrocchiale di San Nicolò; nell'altare maggiore un bel gruppo in terracotta di Antonio Begarelli: Il Crocifisso fra la Madonna e San Giovanni.
cripta abbazia di nonatola La città di Nonantola sorge sul luogo di un antica colonia romana. Con le invasioni barbariche e la conseguente decadenza dell'Impero Romano, il territorio venne abbandonato, trasformandosi in una grande palude, a causa dello straripamento dei fiumi Secchia e Panaro, e dell'antico insediamento non rimase quasi nulla.
Verso la metà del VIII secolo, Anselmo, duca del Friuli, fece costruire l'Abbazia che venne assegnata ai monaci Benedettini, attorno alla quale si sviluppò il borgo medioevale.

Con il tempo l'Abbazia divenne un importante centro culturale. L'invasione degli Ungari del 899 portò alla quasi distruzione del complesso monastico, che però venne ricostruito poco dopo l'anno 1000.
Nel 1514 i Cistercensi sostituirono i Benedettini, continuando la grande tradizione culturale dell'abbazia.
Tra i più noti abati va sicuramente ricordato San Carlo Borromeo.

Nel complesso abbaziale emerge la chiesa dedicata a San Silvestro, nella quale sono evidenti le forme romanico-lombarde risalenti al sec. XII, soprattutto nella zona absidale. La facciata ha un portale preceduto da un protiro con una serie di bassorilievi della scuola di Wiligelmo.
La chiesa ha tre navate, con il presbiterio sopraelevato a copertura della cripta; dal punto di vista architettonico é assai interessante il monastero benedettino, con un doppio loggiato. Per gli aspetti storici e artistici sono notevoli gli oggetti di esposti nel Tesoro, soprattutto i reliquiari; l'archivio abbaziale conserva documenti che vanno dal VIII al XIV secolo, con preziosi codici miniati e pergamene.

basorilievo nativita' Vicino al monastero sorge la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, fondata agli inizi del IX secolo e ricostruita nell'XI, successivamente trasformata nel corso del '700.
Parziali restauri hanno restituito caratteri romanici alla zona absidale.
L'assetto urbanistico della cittadina pone in rilievo il castrum quadrilatero medioevale del quale sono rimaste due torri: quella dei Modenesi, del 1261, e quella dei Bolognesi, del 1307.

Un interessante aspetto della vita di Nonantola é la cosiddetta 'Partecipanza agraria', che si estende su un'area di circa 756 ettari. E' questa una delle ultime forme di proprietà collettiva di origine medioevale e risale all'anno 1058, quando l'abate Gottescalco concesse 'in perpetuo' agli abitanti lo sfruttamento agricolo comune dei terreni di pertinenza dell'Abbazia, stabilendo delle regole ben precise, che tuttora sono osservate.
In primo luogo l'Abate stabilì l'obbligo della residenza, poi la trasmissione ereditaria in linea maschile, l'onere della costruzione e manutenzione delle mura del borgo e la difesa del monastero e del territorio di Nonantola. L'assegnazione del lotto di terra veniva un tempo fatta per estrazione ogni nove anni, attualmente ogni diciotto.

VIGNOLA

La Villa Sorra é un edificio settecentesco con ampio parco di gusto romantico; ospita un Museo della Civiltà Contadina.
Il Castello di Panzano, un tempo possesso dell'Abbazia di Nonantola e poi feudo dei Malvasia, conserva due porte d'accesso quattrocentesche; notevole quella verso la campagna con merlature e barbacani.

Castelfranco Emilia é un centro agricolo-industriale; nella settecentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta é custodita, in un ricco baldacchino, un'Assunta di Guido Reni (1627).
Quasi di fronte vi si trova la chiesa di San Giacomo Maggiore, che custodisce dipinte e statue del '600 e '700.

torre del castello a vignola A San Cesario sul Panaro si trova la chiesa romanica di San Cesario, del sec. XII, con resti dei secoli precedenti (sec. X e XI), mentre il campanile é del 1544. All'interno vi sono capitelli, resti di tombe paleocristiane e il monumento funebre al conte Boschetti.

Spilamberto é un antico possesso dei Canossa, conserva edifici quattrocenteschi in cotto, una rocca, un torrione del XIII sec. che ospita la mostra permanente 'Archeologia nel Panaro', e un tratto di mura.

La cittadina di Vignola é situata nel punto dove il fiume Panaro entra nella pianura modenese, in un paesaggio di frutteti di cui sono famose le ciliegie.
Qui é nato l'archietto Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507-73) e lo storico Ludovico Antonio Muratori (1672-1750).

La Rocca é un'imponente struttura difensiva con torri angolari.
Costruita nel XV sec. su preesistenti fortificazioni, conserva sale con affreschi tardogotici di ignoto artista ferrarese (sec. XV). Di fronte si innalza il palazzo Boncompagni (sec. XVI-XVII) eretto, forse, su progetto del Vignola.
Al di la della Torre dell'Orologio, la via Garibaldi conduce alla chiesa parrocchiale, rifatta alla fine del '600, che conserva all'interno opere pittoriche di scuola bolognese.