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la via Grado Aquileiese

da Trieste a Venezia (12 - 20 settembre 2009) - pellegrinaggio di associazione

I cristiani vivono come pellegrini tra le cose che passano aspettando l'incorruttibilità nei cieli.
Lettera a Diogneto

Con le persone che ami, si instaura a lungo andare un rapporto duraturo, un sodalizio forte che non ricordi più quando é incominciato.
Così é nascosto nel tempo anche questo intento: quello di creare un percorso che possa essere utile per tutti quelli che, abitanti delle nostre terre, decidano di uscir di casa a piedi e con lo zaino e avere per meta Santiago de Compostella, Roma o Gerusalemme.

Per tutti il mezzo é la Via Francigena, la dorsale nella quale innestarsi.

leonesanmarco La nostra prima cura nel partire per un pellegrinaggio é il messaggio specifico che il luogo o il santuario evoca: partiremo dunque dalla chiesa di San Giacomo di Trieste, nostro protettore, nostro salvatore per arrivare alla basilica di San Marco nostro evangelizzatore e nostra meta. Le storie di questi santuari, attraverso tutto l'umano che vi ha preso parte, sono le porte più sicure per entrare e rendere visibile il messaggio divino che le ha ispirate.
E anche l'ispirazione per questo pellegrinaggio nasce per nostalgia di mistero; da questo siamo stati toccati, da questo bisogno di ricerca di Dio e di camminare verso Lui.

Paolo T.

sabato 12 settembre Trieste (chiesa s. Giacomo) - Miramare

E' da poco passato mezzogiorno quando ci ritroviamo quasi tutti in stazione a Mestre.
Il tempo é bello, anche se un po' nuvoloso e con afa. Arriva il treno e alle 12.23 parte in perfetto orario con destinazione Trieste.
Un paio di ore di viaggio, abbondanti conversazioni, guardiamo fuori del finestrino e ogni tanto si ipotizza sul prossimo viaggio a piedi e sui posti per i quali passeremo. Verso le 14.30 scendiamo a Trieste, ci incamminiamo in direzione del centro città, ci fermiamo in una pizzeria per il pranzo: é il primo momento di aggregazione collettiva.
verso miramare Riprendiamo il cammino e dopo circa mezz'ora arriviamo alla chiesa di S. Giacomo Apostolo. Il luogo ideale di partenza del nostro pellegrinaggio.

Ci sediamo un po' sulle panche, poco dopo passa il sacrestano e, vedendo gli zaini, ci chiede se siamo pellegrini, avuto risposta positiva ci invita in sacrestia per farci vedere una tela che raffigura il Nostro. Ne approfittiamo per far mettere i timbri sulle credenziali. Usciamo poco dopo e nel sagrato della chiesa ci fermiamo per un momento di preghiera; poi partiamo: il pellegrinaggio é iniziato.
Passiamo per la cattedrale di San Giusto, una breve visita e poi proseguiamo verso il centro. Una breve sosta in piazza Unità d'Italia, qualche foto e via sul lungomare in direzione della stazione ferroviaria. L'abbiamo da poco passata quando siamo raggiunti da Marino che improvvisamente ha deciso di fare con noi il percorso fino a Miramare.

Verso le 18.30 siamo all'ostello, un posto magnifico, prospicente al mare. Alla reception ci daranno le stanze, sistemiamo i letti, una veloce doccia e verso le 20.00 siamo al California Inn, il ristorante convenzionato con l'ostello. Con una decina di Euro infatti consumiamo una discreta cena.
Ritorniamo all'ostello con una piacevole passeggiata sul lungomare. Un po' di conversazione sulla terrazza e verso le le 22.30 siamo a letto.

Sergio B.

domenica 13 settembre Miramare - Monfalcone

La sveglia é alle 6.30. Si aprono le finestre e appare il golfo di Trieste. La giornata é chiara anche se appena nuvolosa e mi avvolge una tiepida brezza: quando si cammina si impara a guardare subito il tempo.
stazione miramare Dopo la colazione all'ostello siamo sulla via; ci infiliamo nel tunnel sotto la stazione ferroviaria di Miramare, in legno bella e anacronistica per i nostri tempi. Proseguiamo lungo una via che taglia orti, limitata da alberi di fichi e filari di uva. Un contadino ha una ape piena di grappoli d'uva e ci invita ad assaggiare.
Il sole splende, si cammina spediti, va tutto bene.
Il treno scorre appena sotto e romba. Oggi é con noi Giuseppe P. fin dal primo mattino. Alle 11.00 aspettiamo Bruno G. alla stazione di Sistiana dove ci fermiamo per una ricca colazione a base di panini e strudel. Subito dopo, oramai ben rifocillati, entriamo nel sentiero Rilke.
E' magnifico, scorre tutto lungo il bordo delle falesie che precipitano al mare, ricco di bellissima vegetazione, e il sommacco non ha ancora il suo bel colore rosso. I numerosi punti di sosta offrono una vista impareggiabile, il mare é un luccichio continuo, lo muove la brezza, il suo colore é intenso ed é punteggiato da numerose piccole vele che si muovono lente.
Anche noi che ci muoviamo a piedi siamo lenti: il mondo appare ben diverso quando si cammina piuttosto che correre in auto!
Sbuchiamo in un luogo unico: le sorgenti del Timavo. Ci aspettano quiete nel rumore dolce dell'acqua che scorre. Mettiamo i piedi in acqua per gustare il fresco, proprio nelle polle che sgorgano silenziose. L'acqua limpidissima mostra le alghe del fondo che si muovono ritmiche. L'impulso di entrare in acqua e nuotare é forte. Lo vinciamo andando a visitare la chiesa di S. Giovanni in Timavo: dietro l'altare i resti di cripte e frammenti musivi con l'inconfondibile nodo di Salomone.
verso monfalcone Abbiamo fatto bene a fermarci e rinfrescarci: ci aspetta infatti un sentiero (il n. 16 e poi il n. 3) in salita e tutto al sole. Sudiamo e spesso ci fermiamo. Sopra le nostre teste una nuvola scura ci lancia tuoni minacciosi. Allunghiamo il passo ma la fatica comincia a farsi sentire e molti hanno finito l'acqua.
Sono circa le 17.15 quando sbuchiamo a Monfalcone da un sottopasso e ci fermiamo nel primo bar: la barista é stupita da tanta arsura e ci regala patatine e pezzi di formaggio (Il conto é esagerato ma tant'é...).

Siamo accolti nella scuola annessa alla Beata Vergine della Marcelliana, dormiamo a terra e abbiamo una doccia (la più gelida che io ricordi).
Messa alle 18.30 con molti canti ma non molte persone. Fuori il quartiere é operaio, é domenica sera, e l'unica luce che si vede é quella di un distributore di benzina.
Siamo in un locale vicino: c'é un chiasso infernale dentro e allora mangiamo fuori chiaccherando, siamo felici, la giornata é terminata.
Abbiamo avuto anche oggi la nostra dose di fatica, sete, vento e siamo felici.
E' così che trascorre la vita pellegrina: abbiamo la via la verità e la vita, ed é tutto quello che serve al pellegrino, nient'altro.

Paolo T.

lunedi 14 settembre Monfalcone - Grado

Purtoppo il previsto pernottamento al Santuario di Barbiana é saltato, poteva essere un momento molto bello per pregare davanti alla Madonna e condividere il nostro pellegrinare.
Abbiamo passato la notte presso il ricreatorio della Morcelliana.
verso grado Sveglia alle 6.00 e partenza alle 7.00. Mentre si attende l'ultimo dei ritardatari, davanti alla chiesa discutendo dove iniziare la giornata con la prima colazione, ho chiesto ad un autista di autobus dove si trovava un bar per poter consumare un caffé. L'autista si é offerto di portarci al bar con il suo mezzo. Un'azione gentile nei confronti dei pellegrini.

Il tempo é nuvoloso e non promette per la giornata nulla di buono. Dopo aver fatto colazione nel bar indicato dall'autista partiamo finalmente alle 7.25 e inizia a cadere delle goccie ma fortunatamente smette.
Riusciamo a fare 4 o 5 Km e inizia a piovere veramente. Indossiamo le mantelle e apriamo gli ombrelli.
L'acqua é durata per tutto il percorso, certo non é stato bello camminare sulla strada provinciale con la pioggia battente le auto e i camion che ti sfrecciano a fianco, dal ponte sull'Isonzo fino alla strada che porta a Fossalon.
Dal ponte di Primero esite una pista ciclabile fino a Grado, che abbiamo percorso molto agevolmente. Arrivati a Grado gli organizzatori hanno pensato,visto il nostro stato, di prendere il pulmann per Aquileia dove siamo arrivati alle 14.30.

E' stata una giornata bagnata, però il pellegrino accetta tutto quello che il buon Dio manda sulla terra.
Speriamo che nella vita di ogni giorno il Signore ci aiuti a portare le nostri croci e siano come la pioggia che cade per fecondare la terra e per inzuppare dodici pellegrini in cammino.

Giuseppe P.

martedi 15 settembre Grado - Aquileia

Alle 8.15 la compagnia sale sull'autobus di linea diretta a Grado con lo scopo di visitare l'isola di Barbana e la parte antica della città stessa.
isola barbana Ivi giunti troviamo ad attenderci la barca a motore che in una decina di minuti ci accompagna attraverso la splendida laguna gradese illuminata da un piacevole sole settembrino. L'isola ci sorprende per la quiete e il silenzio che la avvolge.
Partecipiamo ad una breve messa e dopo visitiamo la chiesa soffermandoci ad osservare gli ex voto.
Dopo un breve giro dell'isola recitiamo insieme una preghiera e ci reimbarchiamo alla volta di Grado.

Le piccole calli ci conducono a due antiche chiese attigue che si trovano nel centro storico della bella città e gli esperti del gruppo ci raccontano brevemente le vicende storiche di questi siti.
Dopo un veloce panino alle 12.30 ci si incammina verso Aquileia. L'attraversamento del lungo ponte richiede un'ora e dopo aver percorso un breve tratto di statale ci inoltriamo nei campi che costeggiano la laguna fino a raggiungere la pineta sbucando ai piedi di un piccolo cimitero annesso alla chiesetta di San Marco.

chiesetta san marco Cammina cammina cammina arriviamo ad Aquileia e dopo una breve sosta di ristoro andiamo a visitare la magnifica Basilica della città: restiamo tutti affascinati dalla bellezza dei mosaici e ci rammarichiamo delle nostre scarse conoscenze storiche; poi visitiamo il cimitero dei caduti della Grande Guerra (molto coinvolgente dal punto di vista emotivo).
Per restare in allenamento camminiamo un altro poco fino all'antico porto fluviale di origine romana.
Giunti a questo punto pensavamo che la giornata non potesse riservarci altre emozioni, invece dopo la cena consumata presso un agriturismo che il gestore ha aperto solo per noi, siamo stati raggiunti da uno studioso di storia e tradizioni di questo territorio che ha catturarto tutta la nostra attenzione con l'affascinante storia di Santi, navigatori e poeti. Ci ha raccontato la storia di S. Marco, S. Martino, della nascita del cattolicesimo in queste terre ecc...

Con i nostri compagni di cammino condiviamo ogni giorno la bellezza dei paesaggi, la fatica, il caldo, la pioggia, la sete e la stanchezza, ma al termine della giornata siamo ricompensati dell'arricchimento che la conoscenza di queste nuove persone ci ha donato.

Rosetta L. Adriana C. Rossana P.

mercoledi 16 settembre Aquileia - Precenicco

Alloggiati in bel ostello con stanze a tre letti.
Sveglia alle 6.00, colazione alle 7.10, partenza alle 7.30.
Dopo una breve preghiera e riflessione letta da Giuseppe sul piazzale dell'ostello, si parte con tempo incerto.
pioggia Attraversato parte del paese si lascia la strada provinciale per proseguire su argini di canali, strade bianche e 'caresoni': spazi nei terreni che permettono ai contadini di raggiungere con i loro mezzi agricoli i campi per svolgere il loro lavoro.

Abbiamo raggiunto il paese di Terzo di Aquileia percorrendo circa 7.5 km mentre per strada normale ma trafficata erano solo quattro.
I terreni sono coltivati a soia, vaste estensioni in parte a mais, in minima parte ad erba medica. Per strada normale si é raggiunto Cervignano del Friuli, poi per strade secondarie e sterrate il paese di Torviscosa. Trovato un bar ci siamo ristorati con panini tramezzini e caffé e bibite esaurendo la loro scorta di pane.
Il luogo é dominato dalla grande fabbrica della SMA che estraeva la cellulosa dal legno del pioppo: non sembra in funzione, forse é stata riconvertita. Qui sui terreni o lungo le strade bianche secondarie di campagna, si trovano vari filari di pioppi.

Lungo il percorso fino al paese di Carlino, abbiamo attraversato vari canali che offrono viste suggestive da ammirare e fotografare. Verso le 13.30 abbiamo fatto sosta in una trattoria del suddetto paese e pranzato riparati da una pioggia che fino ad allora era stata lieve ed intermittente ma successivamente continuativa e nelle ultime tre ore a scrosci diluvianti.

Il pranzo é stato ricco ed abbonante: insalatone inaffiate da buon vino rosso. Dopo questo il percorso é stato quasi tutto su strade bianche, argini e 'caresoni' circondati da vasta campagna coltivata a soia e mais. Non c'erano abitazioni per vari chilometri: siamo dentro il bosco di pianura di Muzzana.
Qui siamo stati colpiti da un tempo micidiale: lampi, tuoni, pioggia battente, e forte vento. Mentre passavamo sul filo di un argine un fulmine colpì la cima di un traliccio elettrico molto vicino a noi, rendendo il percorso anche pauroso. Gli argini su cui si camminava non assorbivano l'acqua e si camminava in una continua pozzanghera fangosa. Non si arrivava mai.
Dopo poco mi sentivo l'acqua discendere da una spalla, giù giù fino alla schiena, superare i posti più intimi per proseguire lungo le gambe, rientrare nella scarpe e uscire finalmente dai buchi dei lacci formando come una specie di schiuma simile all'acqua gasata.
Giuseppe mi scarica un piccolo laghetto fatto con la mantellina e lo zaino. Sento per molto tempo il rivolo d'acqua scendermi attraverso il corpo fino all'arrivo, alla tenuta Marianis in località Piancada.

tenuta marianis All'entrata del nostro alloggio nel togliermi la mantella senza accorgermi verso l'ultimo laghetto d'acqua addosso a Bruno fermo come tutti in attesa di togliersi gli indumenti nell'ingresso. L'incaricato ad accoglierci é stato pronto e gentile nel mettere rotoli di carta stracci stufe e stendini per metterci a nostro agio.
Dopo esserci cambiati ed asciugati abbiamo preso posto a terra nel parquet asciutto e accogliente. Noi in poco tempo lo abbiamo reso simile a un ritrovo di nomadi o clandestini; così ci é sembrato dopo aver preso possesso con tutti i nostri zaini ed indumenti fradici e strizzati.
Le foto scattate danno la realtà della situazione: oltre il cordino subito steso attraverso la stanza e riempito di panni abbiamo riempito anche uno stendino e appeso panni in ogni angolo possibile. Abbiamo acceso due stufe elettriche e orientato il loro vento caldo verso zaini scarpe e impermeabili.

E' stata una esperienza unica e indimenticabile; ci ha reso più forti nell'affrontare momenti difficili, sempre con fiducia e tranquillità, prendendola con molta allegria.
Vivere esperienze forti in compagnia ci fa crescere valutando il positivo e tralasciando il negativo.

Una batteria elettrica la rendi più potente innalzando il polo positivo mentre il negativo rimane sempre a terra: così anche noi impariamo a tralasciare il negativo di ogni persona 'compreso noi' ed innalzare il positivo.
Staremo assieme più serenamente e con gioia.

Adriano C.

giovedi 17 settembre Precenicco - Concordia Sagittaria

Sveglia alle 6.00 e partenza subito dopo attraversando l'azienda in mezzo alle stalle; al crocevia la preghiera di rito e subito dopo la colazione al paese con cappuccino e brioches.
verso concordia Alle 8.00 eravamo già in cammino, abbiamo attraversato a Palazzolo il fiume Stella rinomato per la pesca in acqua dolce.
Da qui si arriva a Latisana dove abbiamo visitato la chiesa ammirando il quadro del Veronese che raffigura San Giovanni Battista nel battesimo di Gesù. Tappa lunga ma tranquilla, con sosta tecnicha per un panino consumato nei giardini pubblici di S. Michele al Tagliamento.

Via a camminare di nuovo per la campagna veneta individuando i paesi in lotananza e commentando il percorso, con piccole soste per individuare meglio il tragitto più breve nei dedali delle stradine di campagna. 'Di tutte le cose sicure, la più certa é il dubbio' dice Sergio a chi gli chiede quale strada sia la migliore.
Verso la fine della tappa si cerca disperatamente un bar per bere un birra fredda ma lo troviamo solo vicino alla periferia di Concordia.
Qui ci serve uno strano personaggio ciclonico a dir poco, ex calciatore, ex barista, ex ... ed ora maestro di ballo. In questa veste invita le nostre compagne a una dimostrazione.

Arrivo all'oratorio di Concordia alle 17.30.
Sistemati per la cena alla pizzeria Sacco e Vanzetti dove una spaghettata a base di noci di mare inaffiata con vino ci fa dimenticare la stanchezza accumulata durante il cammino.
Ore 21.30 spente le luci, silenzio.
A domani mattina.

Lorenzo S.

venerdi 18 settembre Concordia Sagittaria - San Giorgio di Livenza

Tappa di massima tranquillità oggi, tempo molto buono, continuano a transitare nuvole dirette sul Friuli che abbiamo appena lasciato, che coprono di tanto in tanto il sole, cosa che non disturba nessuno.
Il fascino della pianura (?!) se vogliamo crederci. Villette fascinose alle periferie dei centri abitati molto probabilmente di eredi di contadini di bonifica passati a miglior vita (sia gli eredi che genitori e antenati?) concertini di cani bastardini assoldati, a mò di impresa di vigilanza privata (canina), dai proprietari di villette.
nel duomo Alternanza di campi di mais raccolto con il residuo delle stoppie, da raccogliere, altri freschi di aratura, con enormi zolle che attendono la semina del grano precoce ed infine l'uva, con i pienotti grappoli che ci fanno pregustare il vino che berremo a sera a tavola; é una buona zona di produzione questa!
Si comincia presto con la gentilissima Fulvia che ci consente di apprezzare, con precise informazioni archeologiche, il passato di Concordia, prima romana, poi medioevale, scoperto a cinque metri sotto il piano di calpestio attuale; poi si continua praticamente 'di tapas in tapas' (siamo tutti 'santiaghesi') largheggiando in soste: colazione con croissant o cappuccino, spuntino alle 11 alla trattoria Contarina, dove una barista da 40 chili si e no é costretta a riempire il vassoio di tramezzini spazzati via.

Ancora sorprese piacevoli alla pausa pranzo: il prosecco di Renato, la grappa di Marco (però intitolata 'del pellegrino'), l'uvetta sotto spirito della signora della trattoria a Sant'Alò. E lasciamo perdere l'ottima pastasciutta all'amatriciana.

Molto bello il percorso d'argine sul Livenza passando per Cava, Pozzo e San Pietro per giungere infine sul paese che unisce la località 'Salute' al paese di San Giorgio.
Ultima eccezionale chiusura a polenta e baccalà in un padiglione da sagra e...volendo addirittura uno spettacolo teatrale: 'Pignaverde e Pignasecca' in dialetto.
Arrivederci a domani.

Gianni B.

sabato 19 settembre San Giorgo di Livenza - Jesolo

Mi sono inserito ieri a Concordia Sagittaria nel gruppo di pellegrini partito domenica da Trieste. Prima di partire conoscevo solo Renato, Paolo, Giuseppe e Marco. L'apertura, la simpatia e la sensibilità di tutti mi hanno messo subito a mio agio, mi sono sentito immediatamente uno dei loro, ancora prima di partire. la bicicletta Percorrendo poi la strada, nonostante le reciproche 'riservatezze' ci si apre al dialogo e con esso ci si conosce e ci si apprezza per i pregi di ognuno, volando alti su difetti.
Non molto lungo il percorso di ieri (solo 21 km) ma ciò é bastato per mettere ko i piedi di Adriana che già portavano i segni dei giorni precedenti. Non ce la fa più a camminare. Renato ha l'idea geniale e il parroco di San Giorgio di Livenza la concretizza: una bicicletta. Con questo mezzo Adriana potrà seguirci, anzi a volte anticiparci lungo il percorso tra San Giorgio di Livenza e Jesolo previsto per oggi e lungo 27/28 Km.

La giornata inizia bene: Renato ritrova una catenina d'oro smarrita da tempo; partiamo alle 7,30 dopo la preghiera, con la temperatura ideale e due new entry: Monica e Lorena.
Attraversiamo la sterminata e ordinata campagna dell'entroterra veneziano: dalle rive della Livenza procediamo verso l'argine del Piave che raggiungiamo e seguiamo per un paio di chilometri, dopodiché lo attraversiamo sul ponte di barche nei pressi di Cortellazzo. Ed é a questo punto che appare l'amico Marino che si unisce e sarà dei nostri fino al termine del cammino.
giuseppe e l'albero La stanchezza e la fame cominciano a farsi sentire e per calmarle pranziamo in una trattoria di Cortellazzo. Ci rimane da attraversare quasi tutta Jesolo che urbanisticamente si sviluppa lungo la costa per 14 km. Gli ultimi 11 km, vuoi per la stanchezza, vuoi per l'ansia di arrivare, non finiscono mai: ci occorrono 3 interminabili ore per arrivare alla sospirata destinazione odierna. Prima di arrivare il simpaticissimo Adriano ci lascia.

Ci accoglie un oratorio confortevole e un parroco, don Italo, anagraficamente non giovanissimo ma dallo spirito invidiabilmente giovane, dai modi delicati e spiritosi, che si intrattiene volentieri a conversare con noi.
Partecipiamo alla S. Messa prefestiva, al termine della quale il celebrante ha parole di apprezzamento per ciò che stiamo facendo.
Inaspettato é l'invito rivolto a Marco ad illustrare lo spirito e lo svolgimento dell'esperienza.
La successiva cena, oltre a ridare energia al corpo, contribuisce ad unire ancor di più il gruppo.
La stanchezza ci incoraggia a ritirarci presto, anche perché il risveglio mattutino sarà di buon'ora. Nessuno fa fatica a prendere sonno. Chi si addormenta un po' dopo gli altri ha modo di 'apprezzare' l'inizio di un concerto diretto da Renato, dalle tonalità gravi, ma per ciascuno il concerto degli altri sarà molto breve.

Giuseppe R.

domenica 20 settembre Jesolo - Venezia (basilica s. Marco)

Domenica mattina l'alzata é alla solita ora ma la partenza sarà alle 7.00
lo sbarco La meta é Punta Sabbioni, dove a mezzogiorno prenderemo la motonave che ci porterà a San Marco, a Venezia. Nonostante la rapidità nel prepararci, c'é sempre il tempo per la preghiera e per scambiare alcune battute con don Italo che, sceso in anticipo per la celebrazione, ci saluta con un sincero e beneaugurate sorriso.
I piedi di Adriana non sono ancora in grado di reggere il cammino per cui anche oggi userà la bici. Oggi bisogna andare ad orario perché la motonave non ci aspetta e i km da percorrere sono oltre 16. Il clima, sia meteorologico che umano é ideale, il passo é sicuro e rapidamente raggiungiamo il ponte sul fiume Sile ed entriamo in laguna.

palazzo ducale Cavallino, Ca' Ballarin, Ca' Savio e Treporti sono i paesi che attraversiamo percorrendo la strada che costeggia la laguna che é sulla destra mentre a sinistra c'é una sequenza ininterrotta di orti ordinatissimi e rigogliosi. Sono 8 i km di strada che accarezzano la laguna e sembrano interminabili anche perché inizia a far caldo e alcune soste sono apprezzate; in una di queste, Sergio, prendendo spunto da una torre telemetrica, ci illustra il sistema di difensivo attuato da Venezia per proteggersi dai nemici fino al secolo scorso.

Arriviamo all'imbarco di Punta Sabbioni giusto in tempo per fare i biglietti. Qui si conclude il cammino terrestre; quaranta minuti é il tempo impiegato per attraversare la laguna a bordo della motonave ed arrivare a San Marco ed entrare, con una certa emozione, a Venezia per la sua porta principale, il mare.
palazzo ducale Durante il tragitto per mare Sergio dà prova di essere una eccezionale guida storico turistica.

Come tutti i salmi che terminano col Gloria, il nostro pellegrinaggio termina con un ottimo pranzo in un ristorante vicino alla Basilica di San Marco, al termine del quale ci avviamo in piazza San Marco dove Sergio si rivela impareggiabile nell'illustrarci gli aspetti storico-artistici della Basilica e del Palazzo Ducale.

La consegna delle credenziali del pellegrino e i malinconici saluti concludono definitivamente un'esperienza davvero unica.

Che cosa mi rimane di questi tre giorni: la gioia di aver trascorso delle giornate improntate alla semplicità, alla sobrietà, alla condivisione di valori e momenti particolarmente ricchi ed emozionanti con persone interiormente ricche.
Prima di partire conoscevo solo Renato, Paolo, Marco, Giuseppe e Marino; ora conosco anche persone meravigliose che si chiamano Sergio, Adriano, Bruno, Gianni, Adriana, Rosetta, Rossana, Lorena, Monica e Gianni e questo mi fa sentire più ricco.

Di cuore, grazie a tutti.

Giuseppe R.