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una giornata piovosa

Santiago Roma s. Maria di Leuca : onorare un voto



A quindici anni mi sono rotto il femore della gamba destra schiantandomi contro un albero durante le prove di una discesa libera con gli sci.
Sono stato operato ed ho fatto 45 giorni di ospedale.
L'anno successivo, con un ferro nella gamba non ancora tolto, mi é capitato un'incidente ben più grave, stavolta con il bob, che mi ha distrutto il resto della stessa gamba: frattura esposta del femore, ginocchio e caviglia esplosi, tre operazioni, 105 giorni di ospedale.

In quindici mesi ne ho trascorsi ben cinque in ospedale!
I medici mi hanno detto che solo per un miracolo sarei riuscito a camminare.

Allora mi sono affidato al Signore...e il Signore mi ha aiutato.

Con molto impegno e molta pena sono riuscito a rimettermi in piedi per poter avere una vita normale.
Ho continuato a studiare sino alla laurea, mi sono sposato, ho avuto due figlie, ho lavorato sino a sessant'anni.

A cinquant'anni mi é capitato qualcosa d'importante: si sono manifestati dei segni - ed io li ho colti - che mi hanno portato a percorrere il Cammino di Santiago, lungo il Cammino Francese, in tre tappe successive nel corso di un anno, due estive ed una, quella intermedia, invernale.
E la mia gamba pluri-infortunata ha retto.

E' stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita, contribuendo in modo determinante a farne chiarezza.

Un paio d'anni fa mi é comparso un forte dolore al ginocchio della gamba destra.
Mi son detto che era giunto il momento, a suo tempo preconizzato dai medici, in cui la gamba si sarebbe bloccata rendendo necessario sostituirne le giunture con delle protesi. Ma il cortisone mi ha fatto passare il dolore e così ho fatto voto di unire, in un unico cammino, i tre pellegrinaggi maggiori: Santiago a Roma e Roma a Gerusalemme, non appena mi fosse stato possibile.

Questa possibilità é maturata con il raggiungimento della pensione.

Allora ho un motivo in più per ringraziare il Signore: oltre ad avermi permesso di avere una vita normale durante la giovinezza e la maturità, ho anche la possibilità e il privilegio di poter onorare il mio voto grazie alla pensione a sessant'anni ed essere in buone condizioni psico-fisiche.

Durante l'inverno 2012-2013 ho cercato compagni di cammino fra parenti, amici e conoscenti ma senza successo.
I 2500 km della prima parte del percorso, da Santiago a Roma, ed i tre mesi e mezzo necessari per completarlo hanno congelato gli ardori di chi si sentiva solidale con il mio proposito.

Così sabato 16 marzo 2013 da solo, sono partito da San Vito di Cadore (BL), ho preso un bus sino a Treviso, un primo aereo sino a Barcellona ed un secondo sino a Santiago de Compostela.

La domenica successiva, dopo aver partecipato alla S. Messa dei pellegrini delle 12.00 ed aver chiesto protezione al Signore ed alla Madonna, mi sono messo in cammino, pieno del timore di essermi avventurato in un'impresa più grande di me, ma anche pieno della speranza che il Signore mi avrebbe dato sostegno e conforto.

a Roma! Ho avuto subito il dispiacere di vedermi rifiutato il timbro della Cattedrale di Santiago sulla credenziale del pellegrino in quanto, mi é stato detto, é riservato solo ai pellegrini che arrivano a piedi a Santiago e non a quelli che da qui partono.

Con sorpresa trovo una cosa che non avevo assolutamente previsto, cioé che il Cammino, che ricordavo essere così ben segnato in direzione di Santiago, non lo é affatto in direzione opposta. Mi sono perduto subito, ho percorso più del doppio della distanza prevista per la prima tappa, soffro la tendinite a partire già dal secondo giorno di cammino.
Il dolore mi accompagnerà per tutto il primo mese di cammino.
Anche il tempo é pessimo per le prime due settimane e brutto per le cinque successive.

Ho scelto di percorrere il Camino del Norte (o de la Costa), per me nuovo, che ho trovato più lungo e più duro di quello Francese, a causa dei continui saliscendi per attraversare le valli che si gettano perpendicolari nell'Oceano Atlantico, ma altrettanto e diversamente bello.
Non essendo segnato in direzione di Roma, per trovare delle indicazioni ho dovuto percorrere strade asfaltate fra una sede di tappa e la successiva.
E' stato talvolta pericoloso ma non avevo altra scelta.

La Guida del Cammino del Nord a Santiago, illeggibile percorrendo il cammino verso Roma, mi é stata utile solo per il 'Visitandum Est' e per avermi fornito alcuni indirizzi utili.

Ho fatto una deviazione per visitare il San Salvador ed il Santo Sudario ad Oviedo. Bellissimo!

Con mia grande sorpresa ed immenso piacere sono stato raggiunto da Renata, amica pellegrina, a Zarautz, e ha camminato con me le due ultime tappe in Spagna e le prime cinque in Francia, sino a Lourdes. Poi ha dovuto rientrare in Italia, richiamata dal lavoro.
Peccato, é stato così bello condividere l'esperienza con lei e potersi fare coraggio vicendevolmente quando tutto sembrava congiurare contro!

capitello di san Rocco Poi di nuovo da solo.
Ho però iniziato ad incrociare qualche pellegrino diretto a Santiago con cui ho potuto scambiare saluti, informazioni, impressioni ed auguri di buon cammino.

In Francia mi sono innestato nella pedemontana Pirenaica (GR-78) nei pressi di Lestelle-Bètharram, percorso che ho seguito sino a Carcassonne. Successivamente ho raggiunto Narbonne, Bèziers, Montpellier dove ho reso omaggio alle reliquie di San Rocco, assai venerato dalle mie parti, poi St. Gilles e Arles.
Qui ho fatto una deviazione a Saintes Maries de la Mer per rendere omaggio alle reliquie di S.ta Maria Jacobé e S.ta Maria Salomé (madre di San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista) e di Santa Sara, patrona dei gitani.
Ne é valsa la pena!
Poi Salon de Provence, Aix en Provence, St. Maximin la S.te Baume, dove ho reso omaggio alle reliquie di S.ta Maria Maddalena e di San Massimino.

Ho raggiunto la costa del mar Mediterraneo, e con questa finalmente il bel tempo stabile. Dal Frèjus - St Raphael, non lo ho più lasciata sino a La Spezia.
Con la guida 'La Via della Costa' di Monica d'Atti e Franco Cinti finalmente ho avuto delle indicazioni coerenti alla mia direzione verso Roma, che mi hanno permesso di seguire un percorso alternativo alle solite strade asfaltate!
A Chiavari ho deviato verso Santo Stefano d'Aveto, per visitare la chiesa di Nostra Signora la Beata Vergine di Guadalupe (ero stato in Messico a visitare la Basilica con la Santa Tilma della Guadalupana) con la stupenda pala che la ritrae, dono di Andrea Doria, riconoscente per averlo protetto durante la battaglia di Lepanto del 1571.

Ho raggiunto la Via Francigena a Sarzana e, finalmente, ho camminato nella stessa direzione di Roma con altri pellegrini, in maggioranza stranieri, olandesi, tedeschi, francesi.

Sono arrivato alla Basilica di San Pietro a Roma domenica 23 giugno 2013, dopo 100 giorni di cammino ed oltre 2500 km percorsi.

Sono incredulo per quello che sono riuscito a fare con l'aiuto del Signore e l'intercessione della Madonna.
Grande é la mia gratitudine per il raro privilegio che mi hanno concesso.

Lunedi 24 giugno ho ritirato il Testimonium nella Sacrestia di San Pietro, con malcelato orgoglio e grande senso di riconoscenza.
Mi sono fermato a Roma per qualche giorno ancora, per gustarmi la meta parziale raggiunta e visitare, in particolare, la Basilica di San Paolo Fuori le Mura (San Paolo é il mio Santo preferito!) e la chiesa di Santa Maria ai Monti dove ho pregato sulla tomba del più caro dei pellegrini : San Benedetto Giuseppe Labre.

Ho lasciato Roma sabato 29 giugno 2013, festa dei SS. Pietro e Paolo e della Città Eterna.

Ho trascorso i mesi di luglio ed agosto a casa ma con il pensiero rivolto al Cammino e con l'ansia di riprenderlo prima possibile.

Ed é presto venuto il momento di riprenderlo: domenica 8 settembre sono ripartito da San Pietro, uscendo da porta San Sebastiano, ho percorso l'Appia Antica sino alla fine del tratto storico, prima della salita a Marino.
santa Maria di Leuca Ma invece di Veroli, in cui ero stato anni orsono, che conserva (ma non erano a Saintes Maries de la Mer?) le reliquie di Santa Maria Salomé, madre di San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista, ho fatto tappa a Frosinone.

Poi Benevento, con la chiesa di Santa Sofia e l'Arco di Traiano, che segna l'inizio dell'omonima via, e che ho seguito sino al suo termine, a Brindisi, segnato dalle 2 colonne prospicenti il mare (in realtà oggi ce n'é una sola, l'altra é a Lecce e sostiene la statua di Sant'Oronzo).

Rispetto al percorso della Guida alla Via Francigena del Sud di Monica d'Atti e Franco Cinti, dopo Buonalbergo (BN) ho fatto tappa a Greci (AV) ed a Giardinetto Vecchio (FG), rientrando nel percorso descritto al Santuario dell'Incoronata. Ho accorciato così di una trentina di km risparmiando un giorno di cammino.

Un'altra 'deviazione tecnica' l'ho fatta andando da Torre Canne ad Ostuni, perché lungo la costa a fine settembre - primi ottobre ogni possibilità di alloggio era preclusa.

Ostuni é splendida ed ho trovato tracce di passaggio di pellegrini assieme un'antica chiesa, una calle ed un affresco murale dedicati a San Giacomo!

Ma più di tutto mi é rimasta nel cuore Otranto, e non solo per le belle vedute ed il magnifico mosaico pavimentale con gli alberi della vita della cattedrale ma, soprattutto, per l'eroica storia degli 800 martiri otrantini, le cui ossa sono conservate nell'abside della navata destra della cattedrale.

Sono stati decapitati sul colle della Minerva (o dei Martiri) nel 1480 per non aver abiurato la fede cattolica, nonostante l'alternativa proposta dagli invasori turchi di avere salva la vita se fossero passati all'Islam.
Un bellissimo romanzo, L'Ora di Tutti, di Maria Corti, ne narra con straordinaria delicatezza ed intensità le vicende salienti.

Lunedi 7 ottobre sono arrivato al Santuario-Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca, ove si vedono i mari Adriatico, verde smeraldo, e Ionio, blu notte, che, sessanta metri più in basso, si uniscono quasi segnando una linea retta verso oriente, in direzione di quella Santa Gerusalemme che sarà la mia prossima meta, la primavera prossima, se Dio vorrà.

Un grazie di cuore a don Gianni, a Michele ed a Domenico per la calda accoglienza.

Giacomo De Luca